A Scampia, dopo la tragica vicenda del crollo del ballatoio alla Vela Celeste, si è scatenata la rabbia di quei napoletani che, negli anni, hanno sempre combattuto la presenza della camorra diventata Gomorra proprio in questo quartiere. “Noi non siamo Gomorra”, gridano con forza. Alcuni dei residenti sfollati davanti alla loro Vela Celeste raccontano che i lavori per la riqualificazione dell’edificio facevano tremare il palazzo, e che da mesi si sentivano delle vibrazioni preoccupanti. Nonostante il sindaco Gaetano Manfredi escluda qualsiasi collegamento tra i lavori e l’incidente, i residenti sono convinti che la mancanza di controlli e la paura erano già presenti da tempo.

Gli interventi di ristrutturazione erano iniziati diversi mesi fa, partendo dalle parti basse dell’edificio. Tuttavia, molti abitanti continuavano a vivere lì e a percepire le vibrazioni che mettevano in allarme. La manutenzione del palazzo era stata trascurata e le uniche azioni del Comune sembravano limitarsi alla copertura dei buchi con il cemento. La tragedia è avvenuta proprio mentre erano in corso i lavori di ristrutturazione della Vela Celeste, l’unica delle Vele di Scampia che non doveva essere abbattuta ma riqualificata.

La tensione nel quartiere è altissima, con la Vela evacuata dopo il crollo e il cantiere “Restart Scampia” per la costruzione del “nuovo euroquartiere” a dieci metri di distanza. Gli abitanti sono sconvolti e chiedono che le nuove case vengano costruite immediatamente per poter lasciare quel luogo pericoloso.

Il Comitato Vele di Scampia esprime il proprio dolore per la perdita di due giovani vite innocenti e chiede che vengano costruiti alloggi sostitutivi per tutti gli abitanti delle tre Vele, affinché la Vela gialla e la Vela rossa vengano finalmente abbattute. È necessario agire con urgenza e non perdere tempo, affinché la comunità delle Vele possa finalmente vivere in sicurezza e dignità.

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