Il quartiere di Scampia è sempre stato un luogo rumoroso, pieno di voci, di suoni e di rumori che si intrecciano tra di loro. I primi rumori risalgono agli anni ’80, con il terremoto che ha colpito la zona e ha aperto una faglia sopra le teste delle persone anziché sotto i loro piedi. Da quel momento, Scampia è diventata un quartiere caratterizzato da una costante sinfonia di suoni: fischi, parole, sparatorie, urla, sirene, motorini, pianti e tanto altro.

I rumori di Scampia raccontano storie di violenza, di criminalità, di dolore e di speranza. I titoli sensazionali dei giornali, le riprese cinematografiche, le demolizioni e le discussioni sui progetti di riqualificazione sono solo alcune delle tante voci che si mescolano nel quartiere. Ma tra tutti questi rumori, c’è uno che si fa sentire più degli altri: il rumore del vento.

Il vento che soffia tra le Vele di Scampia porta con sé il ricordo di una tragedia, di un crollo che ha sconvolto la vita di tante persone. Ma nonostante tutto, la Vela celeste continua a ergersi come un simbolo di resistenza e di memoria. E mentre il vento soffia nel parchetto adiacente, la famiglia di Camilla si ritrova lì, a parlare di quel che è stato e di quel che potrebbe essere.

Il rumore del vento è un richiamo a guardare avanti, a non dimenticare il passato ma a cercare di costruire un futuro migliore per Scampia e per chi vi abita. Perché anche se i rumori del quartiere possono essere tanti e talvolta spaventosi, c’è sempre la possibilità di cambiare le cose, di dare una nuova voce a un luogo che ha tanto da raccontare. E forse, proprio ascoltando il rumore del vento, si può trovare la strada per andare da nessuna parte.

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