Il processo per le violenze avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere nel 2020 ha visto coinvolti 52 imputati, tra agenti, medici e funzionari. Il giudice aveva definito quelle violenze come una “orribile mattanza” e agli imputati viene contestato anche il reato di tortura.

Recentemente, il comandante e i 5 agenti della polizia penitenziaria coinvolti nelle violenze sono stati riammessi in servizio e saranno giudicati per i fatti accaduti nel carcere. Il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, ha commentato la decisione sottolineando l’autonomia del provvedimento rispetto alle responsabilità individuali dei fatti avvenuti nel carcere.

Ciambriello ha espresso la speranza che la sentenza della Corte arrivi in tempi ragionevoli, sia per garantire giustizia per le vittime che per coloro che potrebbero risultare estranei ai fatti. È importante, infatti, che venga riconosciuta l’innocenza di chi non ha commesso alcun reato il prima possibile.

Le immagini dei pestaggi ai danni dei detenuti hanno suscitato indignazione nell’opinione pubblica e ora è importante che la giustizia faccia il suo corso per fare luce su quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

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