Il fenomeno sismico che si è verificato ieri rientra nel contesto della caldera dei Campi Flegrei, come spiegato da Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Il bradisismo, ovvero il sollevamento del terreno, continua con una media di 20 millimetri al mese, anche se negli ultimi giorni si è registrata una lieve flessione. Tuttavia, questi valori vanno interpretati nel medio e lungo termine e al momento non hanno significato. La deformazione crostale, la fratturazione e i terremoti sono fenomeni che si susseguono in maniera sequenziale.

I due sismi più forti registrati ieri hanno avuto epicentri rispettivamente tra Bacoli e Pozzuoli e nella zona di via Fascione a Pozzuoli. Gli epicentri degli eventi sismici registrati fin dall’inizio della crisi bradisismica del 2005 si concentrano soprattutto nelle zone ai bordi dell’area di sollevamento massimo della caldera, come la Solfatara, il golfo e via Fascione.

Negli ultimi giorni, l’Ingv ha intensificato i controlli e le apparecchiature nei Campi Flegrei, effettuando test geofisici e rilievi elettrici nella zona del porto di Pozzuoli e nei pressi del Rione Terra. Sono state installate anche tre nuove apparecchiature tra la Solfatara e i Pisciarelli per raccogliere ulteriori dati sul sistema idrotermale.

Dopo la scossa di ieri pomeriggio, la popolazione tra Lucrino, Arco Felice e Bacoli ha segnalato un forte odore di zolfo. Questo dipende dalla dispersione dei gas, che variano a seconda della direzione del vento. Il direttore Di Vito ha spiegato che al mattino gli odori si sentono più verso il Vomero a Napoli, mentre nel pomeriggio si spostano verso sud fino a Procida e Ischia, in base alla consistenza dell’idrogeno solforato e alla direzione del vento.

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