La città di Avellino si trova in una difficile fase della vita cittadina da diversi anni. Le inchieste come Aste Ok e Dolce Vita hanno contribuito a farci riflettere sulla situazione attuale. Da tempo, Avellino non è più un’isola felice, immune dall’influenza della criminalità organizzata. La vicinanza dei clan del Partenio e del Vallo Lauro ha minato la tranquillità della città. Le relazioni della Dda al Parlamento hanno confermato che la malavita ha infiltrato la pubblica amministrazione. I comuni commissariati sono la prova tangibile di questo fenomeno, che richiede un’azione decisa non solo da parte delle forze dell’ordine, ma anche dalla comunità civile, come ha sottolineato don Ciotti con la ricostituzione del presidio di Libera ad Avellino.

Oltre alla grave illegalità emersa dalle inchieste, le nuove polemiche e l’inchiesta su Aste Ok coinvolgono anche i professionisti della città come avvocati e intermediari immobiliari. Avellino, una città in crisi, deve affrontare queste sfide cruciali per poter riprendersi. È fondamentale che chi amministra assuma piena responsabilità politica anziché affidarsi esclusivamente a consulenti esterni nella gestione della cosa pubblica. Lo sviluppo di Avellino si basa sulla legalità, il rispetto delle regole e il pieno coinvolgimento della rappresentanza politica. Altre soluzioni non fanno altro che danneggiare la città.

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