Entra nel vivo la seconda fase dell’inchiesta sulle violenze commesse dai poliziotti penitenziari ai danni dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, durante il lockdown per il Covid-19. La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha chiesto misure cautelari per altri 29 agenti ritenuti coinvolti nella vicenda, ma il gip ha respinto tali richieste.

Secondo il giudice, non vi sono più esigenze cautelari dopo oltre 4 anni dai fatti e non c’è rischio di inquinamento probatorio. Gli inquirenti hanno presentato un ricorso al tribunale del Riesame di Napoli, che si pronuncerà sull’udienza fissata per il 26 settembre prossimo.

In questa seconda fase dell’indagine, sono coinvolti anche altri agenti non soggetti a misure cautelari, identificati nei video delle violenze ma non individuati nella prima fase dell’indagine.

Il presidente dell’Uspp Giuseppe Moretti e il segretario regionale Ciro Auricchio hanno commentato che i provvedimenti richiesti appaiono incomprensibili, considerando il tempo trascorso e il lavoro svolto dalla polizia penitenziaria nel rispetto dei propri compiti istituzionali.

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