Il caso dell’appartamento di Teverola, intestato fittiziamente alla figlia del boss Aldo Picca e al marito, è emerso dall’inchiesta della Dda di Napoli. Dopo la sua scarcerazione, Aldo ha escogitato un piano con i fratelli per evitare che l’immobile finisse nelle mani dello Stato.

La consorteria criminale è stata smantellata grazie all’operazione dei carabinieri di Caserta, che hanno eseguito 42 provvedimenti cautelari. I fratelli Picca hanno aiutato Cira e Alessio a eludere i controlli sull’acquisto dell’appartamento, utilizzando denaro proveniente da attività illecite.

La transazione è avvenuta per 111mila euro, di cui una parte è stata coperta da cambiali non incassate e il resto con un mutuo ipotecario. Attualmente l’immobile è oggetto di sequestro, a seguito delle indagini condotte dagli inquirenti.

Questa vicenda mette in luce l’importanza di contrastare le attività criminali che cercano di nascondersi dietro operazioni apparentemente lecite. È fondamentale che le autorità competenti continuino a vigilare e ad agire per garantire la legalità e la trasparenza nelle transazioni immobiliari.

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