Il 9 settembre 1943 segnò un momento cruciale nella storia italiana: lo sbarco alleato a Salerno. Questo evento, che coincise con la proclamazione dell’armistizio del Regno d’Italia, diede il via alla campagna di liberazione della penisola italiana. Sebbene inizialmente sembrasse che gli Alleati avessero la situazione sotto controllo, con la conquista di Taranto e il successivo sbarco di 55.000 uomini nel Golfo di Salerno, ben presto la reazione tedesca mise in pericolo la testa di ponte appena conquistata.

La controffensiva tedesca, condotta con estrema violenza, fece vacillare l’intero schieramento anglo-americano. Le truppe tedesche, fresche e bene armate, riuscirono a riconquistare posizioni strategiche importanti come Battipaglia e Altavilla. La situazione si fece sempre più disperata, tanto che il generale Clark insistette per l’invio di rinforzi.

Per contrastare l’avanzata tedesca, fu deciso di impiegare la divisione paracadutisti Airborne. Tuttavia, neppure l’intervento dei paracadutisti riuscì a modificare la situazione e i tedeschi continuavano la loro avanzata vittoriosa. Fu solo grazie all’intervento della squadra navale alleata, con le potenti corazzate Warspite, Valiant, Nelson e Rodneu, che la situazione poté essere ribaltata.

Il bombardamento navale segnò l’inizio della controffensiva alleata e, nonostante i danni enormi inflitti alla popolazione civile costretta a vivere in prima linea, fu determinante per respingere le forze nemiche. Due giorni dopo, Kesselring ordinò alle sue truppe di ritirarsi verso nord, permettendo agli anglo-americani di aprire la via verso Napoli.

In conclusione, sebbene lo sbarco alleato a Salerno fosse stato un successo dal punto di vista militare, non raggiunse gli obiettivi politici e strategici prefissati. La liberazione di Roma avvenne nove mesi dopo e per percorrere i 54 chilometri che separano Salerno da Napoli gli Alleati impiegarono ventidue giorni.

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