L’incendio doloso dei rifiuti tunisini a Persano, dichiarato dal procuratore capo di Salerno Giuseppe Borrelli, ha sollevato numerose questioni sulla gestione dei rifiuti e sull’illegalità legata al ciclo dei rifiuti. Borrelli ha evidenziato che la zona in cui i rifiuti erano stoccati non era sorvegliata militarmente, facilitando l’accesso a chiunque volesse appiccare il fuoco. La procura sta conducendo ulteriori indagini sull’incendio e ha chiesto un’audizione segreta per fornire dettagli sulle rilevazioni effettuate. Borrelli ha anche ricordato altri casi di importazione di rifiuti provenienti dalla Bulgaria e dal Portogallo, ora sotto l’attenzione della procura di Napoli. Il procuratore ha sottolineato le carenze nel controllo dei containers nel porto di Salerno, che ha favorito traffici illeciti nel corso degli anni. Borrelli ha espresso la necessità di installare uno scanner di ultima generazione per prevenire il contrabbando di merci illegali. La natura dolosa dell’incendio è stata confermata e si richiede che la Regione assuma la piena responsabilità per il danno causato ai cittadini e all’ambiente. Alcuni politici hanno chiesto una completa indagine sull’accaduto per individuare e punire i responsabili.

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