I finanzieri del Comando Provinciale di Latina, insieme alla Procura della Repubblica di Cassino, hanno avviato un’ampia operazione di polizia in diverse località del sud pontino e contemporaneamente anche nella provincia di Salerno.
L’attività fa parte di un’indagine condotta dalle Fiamme Gialle di Formia, che hanno eseguito un provvedimento del Gip presso il Tribunale di Cassino con il quale sono state disposte 11 misure cautelari personali, di cui 4 agli arresti domiciliari, e 7 obblighi di presentazione quotidiana alla Guardia di Finanza competente per dimora. Queste persone sono gravemente indiziate di far parte di un’organizzazione criminale con base operativa a Formia, ma con ramificazioni nella provincia di Salerno, che si occupava della creazione e commercializzazione di falsi crediti di imposta per un valore superiore ai 79 milioni di euro.
Durante l’operazione, che ha coinvolto 6 Reparti territoriali e l’unità cinofila “cash-dog” di Fiumicino e Ciampino, sono state effettuate 33 perquisizioni e sono stati sequestrati i falsi crediti, beni mobili e immobili, assetti societari, denaro e preziosi per associazione per delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e autoriciclaggio.
Le indagini hanno rivelato che l’organizzazione era composta da diverse persone, tra cui un individuo già condannato per estorsione e rapina. Sono stati identificati 32 soggetti coinvolti, con un nucleo centrale di 11 persone destinatarie delle misure cautelari. Questo gruppo includeva imprenditori, prestanome di Baronissi e Serre e un consulente del lavoro di Battipaglia.
Le attività illegali si concentravano sulla creazione e vendita di falsi crediti d’imposta, che venivano poi ceduti a ignari acquirenti. Questo causava un danno alle casse dello Stato e il profitto ottenuto dai criminali è stato quantificato in circa 8 milioni di euro. Le attività illecite continuavano nonostante le modifiche normative introdotte dal Decreto Antifrode n. 157/2021.
L’Autorità Giudiziaria ha stabilito che i membri dell’organizzazione hanno ingannato l’Agenzia delle Entrate per ottenere il riconoscimento di crediti d’imposta falsi, causando un danno di oltre 80 milioni di euro alle casse statali.
I provvedimenti sono stati emessi sulla base delle prove raccolte durante le indagini preliminari e, in attesa del giudizio definitivo, tutti godono della presunzione di innocenza.