Nella mattinata odierna si sono svolti a Napoli i funerali di Salvatore Borrelli, il detenuto che si è suicidato nel carcere di Benevento lo scorso 2 settembre. La cerimonia funebre ha visto la partecipazione del garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, il quale si è mostrato vicino al dolore dei familiari presenti.
Ciambriello ha riferito di aver avuto contatti con la figlia e i parenti di Salvatore, dai quali ha appreso che l’uomo soffriva di disturbo della personalità di tipo borderline e aveva avuto una vita segnata dall’uso di sostanze. Nonostante le visite periodiche con lo psichiatra e la terapia farmacologica, il malessere esistenziale di Borrelli persisteva. Il detenuto aveva manifestato la volontà di essere curato e trasferito in un contesto più adatto alle sue esigenze.
Il garante ha espresso rammarico per il fatto che Salvatore sia il sessantottesimo detenuto a togliersi la vita nelle carceri italiane, sottolineando come i protocolli anti-suicidio attivati nelle strutture penitenziarie non siano sempre efficaci nel prevenire gesti estremi. Ciambriello si è chiesto come sia possibile che persone come Borrelli possano sfuggire al controllo delle autorità competenti nonostante le misure adottate.
La morte di Salvatore Borrelli solleva dunque interrogativi sulla gestione delle problematiche legate alla salute mentale e al benessere psicologico dei detenuti nelle carceri italiane, evidenziando la necessità di un maggiore impegno e attenzione da parte delle istituzioni competenti.