La storia di malasanità che ci arriva dal carcere di Avellino-Bellizzi Irpino riguarda un detenuto salernitano, figlio di un ex collaboratore di giustizia. Se il padre è riuscito a ricostruirsi una vita dopo aver pagato per i suoi errori, il figlio, con problemi di tossicodipendenza, è stato arrestato e condannato per spaccio di droga. Una storia che mette in evidenza la lenta burocrazia e i problemi di comunicazione all’interno della struttura carceraria.
Il detenuto, Vincenzo P., è coinvolto in un blitz che ha visto pusher spacciare durante il periodo del Covid attraverso consegne a domicilio. Tuttavia, il vero problema è la sua salute: a causa di seri problemi di salute non curati, sta perdendo la vista. Il suo avvocato ha presentato due richieste di scarcerazione per consentirgli di ricevere cure specialistiche, ma una è stata negata e l’altra è ancora in attesa di una decisione.
Di fronte a questa situazione, Vincenzo ha deciso di notificare al ministro di Grazia e Giustizia una lettera di messa in mora e di intraprendere uno sciopero della fame per protestare contro la sua cecità imminente.
La situazione è grave: il detenuto soffre da mesi di una grave patologia agli occhi che si è evoluta fino alla cecità. Nonostante le richieste di cure e interventi chirurgici, il Tribunale di Sorveglianza ha respinto le istanze sostenendo che la patologia poteva essere curata in carcere. Tuttavia, le condizioni di salute del detenuto si sono aggravate fino alla cecità, che si è manifestata a metà agosto.
Il problema è che non è stato possibile eseguire gli accertamenti necessari a causa della lentezza burocratica e delle procedure in carcere. Nonostante le richieste di accesso alle cure, l’Ufficio di Sorveglianza di Avellino non ha ancora concluso l’istruttoria in merito alla richiesta di Vincenzo.
La relazione della struttura sanitaria detentiva conferma che il detenuto non ha ricevuto le cure necessarie per la sua patologia oculare, nonostante le prenotazioni effettuate. Attualmente, il detenuto è in una situazione disperata, con gravi problemi di vista che potrebbero portarlo alla cecità totale. Una situazione inaccettabile che mette in luce le gravi carenze del sistema carcerario.

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