La denuncia della poliziotta penitenziaria riguardo alle condizioni inaccettabili del carcere femminile di Secondigliano ha scosso l’opinione pubblica e sollevato molte domande sulla gestione delle detenute nella struttura. Il Segretario Generale dell’OSAPP, Leo Beneduci, ha espresso la sua indignazione di fronte a questa situazione vergognosa, definendola un abisso di indecenza e violazione dei diritti umani.

Le detenute sono state ammassate in uno spazio non adatto alla detenzione umana, privo di igiene e sicurezza. Il personale di Polizia penitenziaria è costretto a compiti non previsti, come il trasporto del vitto, mettendo a rischio la sicurezza di tutti. Inoltre, le condizioni igieniche sono pessime, con bagni privi di finestre e aeratori e mancanza di spazi adeguati per le attività trattamentali.

La sorveglianza del carcere è inadeguata, con tempi di intervento lunghi e una situazione generale di disagio e agitazione tra le detenute. Il Sindacato chiede un trasferimento immediato delle detenute in una struttura adeguata e un’indagine interna sulla catena di comando che ha permesso questa situazione vergognosa.

È inaccettabile che tutto questo avvenga sotto gli occhi di una direzione e di un provveditorato guidati da donne, che dovrebbero essere solidali con le detenute e garantire loro dignità e rispetto. L’OSAPP esige risposte e azioni immediate da parte del Ministro e del Sottosegretario e non si fermerà finché non verrà ripristinata la dignità delle detenute e garantiti i loro diritti fondamentali.

Le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria non vogliono essere complici di questa situazione vergognosa e chiedono giustizia per le detenute del carcere di Secondigliano. È ora di agire e porre fine a questa barbarie, prima che sia troppo tardi.

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