Un fermo immagine tratto da un video della DIA di Lecce, 7 dicembre 2021: La Direzione investigativa antimafia ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca di beni immobili, tra cui un appartamento in Olanda, per un valore complessivo di circa un milione di euro, risultati nella disponibilità di Alduino Giannotta, 59 anni, originario di Lecce, residente ad Amsterdam e attualmente detenuto in Brasile. Il 59enne era stato condannato dalla Corte di Appello di Lecce nel 2014, in seguito al riconoscimento di un provvedimento con il quale la quarta sezione del Tribunale di Francoforte sul Meno lo aveva condannato alla pena di quattro anni di reclusione per favoreggiamento al traffico illegale di stupefacenti. L'ipotesi formulata dalla Dia, e accolta dal Tribunale di Lecce, evidenzia come il patrimonio di Giannotta risulti sproporzionato rispetto alle entrate lecite dell'intero nucleo familiare, e sia pertanto riconducibile a proventi delle attività illecite. ANSA/DIA EDITORIAL USE ONLY NO SALES

Il clan Fabbrocino, così gli eredi avevano riorganizzato la cosca dopo la morte del padrino

Il clan Fabbrocino è un’organizzazione criminale ben strutturata che ha saputo mantenere la propria organizzazione anche dopo la scomparsa del padrino Mario ‘o gravunar nel 2019. Nonostante la perdita del fondatore, il clan è riuscito a rimanere attivo grazie alla presenza di figure di spicco che hanno continuato a gestire gli affari illeciti con precisione e determinazione.

Il nuovo organigramma del clan si è basato sulle figure di rilievo che hanno operato per anni nell’ombra, gestendo con abilità gli affari del sodalizio tra Palma Campania e San Gennaro Vesuviano. Questa struttura gerarchica ha permesso al clan di mantenere il controllo sulle attività illecite, grazie anche al clima di omertà e alle connivenze presenti sul territorio.

Le figure di spicco all’interno del clan includono Biagio Bifulco, responsabile delle azioni criminali e del coordinamento delle attività illecite, Mario Fabbrocino, coordinatore del sodalizio e responsabile delle riunioni, e Michele La Marca, incaricato del monitoraggio delle attività da sottoporre a estorsione nel settore dell’edilizia.

L’operato del clan Fabbrocino è stato oggetto di un’inchiesta che ha portato all’arresto di diverse persone e all’iscrizione di altre sul registro degli indagati. Le accuse vanno dall’associazione di tipo mafioso all’estorsione, al trasferimento fraudolento di valori. Tutti i reggenti del clan sono ora nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia, dimostrando che la lotta contro la criminalità organizzata è ancora una priorità per le autorità competenti.

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