NAPOLI. Un giovane rampollo della mala di Scampia ha cercato di estorcere denaro e beni ad un’azienda locale, minacciando di mettere a ferro e fuoco i loro locali. Dopo che le vittime hanno rifiutato di cedere alle richieste, il clan ha reagito con violenza, incendiando uno dei negozi e costringendo la società a chiudere i battenti. Le indagini hanno portato all’arresto di cinque persone, tra cui alcuni affiliati al clan Grimaldi di Soccavo.

Secondo quanto emerso dalle indagini, il giovane Francesco Abbinante, figlio del capoclan Guido Abbinante, insieme ad altri complici, avrebbe richiesto 500mila euro e due appartamenti alle vittime. Le minacce si sono protratte per diversi mesi e sono culminate nell’incendio doloso dei locali dell’azienda. Durante le perquisizioni è stato anche trovato del materiale illegale, come pistole e munizioni.

I sei indagati sono stati posti in custodia cautelare in carcere, mentre uno di loro è ancora ricercato. Le vittime, spaventate e minacciate, hanno deciso di chiudere la società per evitare ulteriori intimidazioni. Questo episodio di violenza e estorsione dimostra quanto sia ancora diffuso il fenomeno della criminalità organizzata a Napoli e quanto sia importante combatterlo con determinazione.

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