Un recente episodio di cronaca ha riportato l’attenzione sul problema del consumo di alcol tra i giovani. Un ragazzo di 17 anni, che ha lanciato una bottiglia in testa a tre ragazzi causando una frattura cranica a uno di loro, è stato arrestato dalla procura dei minori. Secondo la direttrice del Servizio per le dipendenze della Asl, Antonella Grandinetti, questo episodio è di una gravità estrema ma purtroppo non sorprendente, data la frequente incapacità dei giovani di gestire la rabbia. Le risse e le tensioni legate all’alcol sono comuni nella movida, e l’accesso facile e economico alle bevande alcoliche è un problema serio.

La normativa è chiara: l’alcol non può essere somministrato ai minori, ma spesso i controlli nei locali notturni sono insufficienti. Un protocollo contro il disagio giovanile è stato firmato a giugno, coinvolgendo diversi attori tra cui la Procura dei minori, il Comune, la Asl e la Confesercenti. È essenziale che i gestori dei locali si organizzino e rispettino la legge. Sul fronte della prevenzione, la Asl ha attivato iniziative in collaborazione con i carabinieri per sensibilizzare i giovani sull’importanza di bere responsabilmente.

È preoccupante il fatto che l’età di inizio del consumo di alcol si stia abbassando. Comportamenti come il binge drinking sono stati normalizzati, spinti anche dall’offerta di bevande alcoliche a basso costo. Il bisogno di strafare e la competizione nel bere di più sono diventati comuni, mentre l’alcol viene visto come facilitatore delle relazioni sociali. È necessario ribaltare questa tendenza e promuovere un consumo consapevole e responsabile dell’alcol tra i giovani.

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