Un agente penitenziario condannato per atti persecutori nei confronti della sua ex compagna è stato giudicato colpevole e condannato a due anni di reclusione con pena sospesa. L’uomo, 56enne di Avellino, ha perseguitato la donna per due anni con minacce, percosse, sputi e appellativi offensivi, arrivando persino a minacciarla di pubblicare le sue foto in intimo e di farle del male. Dopo la fine della loro relazione, ha continuato a tormentarla con condotte violente che hanno causato alla vittima un grave stato d’ansia e la necessità di modificare il suo stile di vita.

Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Napoli ha emesso la sentenza al termine del rito abbreviato, condizionando la pena sospesa alla frequenza di un percorso di recupero per uomini maltrattanti organizzato da associazioni specializzate. L’uomo dovrà partecipare al corso almeno due volte a settimana e superare con esito favorevole i percorsi di recupero.

La donna, un medico in servizio presso lo stesso istituto penitenziario del suo ex compagno, ha subito per mesi le pressioni psicologiche, le minacce e le percosse, prima di denunciare il suo aguzzino. L’uomo è stato accusato anche di introduzione abusiva nel sistema informatico, poiché controllava la vittima attraverso i social network, la posta elettronica e persino il cellulare della donna.

Il giudice ha inoltre condannato l’uomo al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni alla parte civile, liquidati in 10mila euro per danni non patrimoniali. Un caso grave di violenza domestica che dimostra l’importanza di combattere e punire tali comportamenti per garantire la sicurezza e la serenità delle vittime.

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