Aiello del Sabato, una piccola cittadina situata in provincia di Avellino, è stata teatro di un caso di violenza familiare che ha scosso l’opinione pubblica. I genitori di una giovane ragazza sono stati condannati per sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e tortura nei confronti della figlia, colpevole di portare il nome della nonna. La madre è stata condannata a 12 anni e 4 mesi di reclusione, mentre il padre a 10 anni.
La ragazza, rinchiusa praticamente dal 2018, è stata costretta a subire trattamenti disumani e degradanti da parte della madre, che l’ha tenuta legata con catene a una ringhiera delle scale interne dell’edificio o al proprio letto. La sorella della vittima è stata coraggiosa abbastanza da denunciare il caso alle autorità, che hanno avviato un’indagine approfondita.
Le indagini hanno portato alla luce una storia di vessazioni e maltrattamenti fisici che la ragazza ha subito per anni. Era costretta a fare da serva in casa, senza potersi lavare, e successivamente è stata legata al letto con catene strette alle caviglie e ai polsi. Inoltre, è emerso che la giovane è stata vittima di tentata violenza sessuale da parte dei suoi fratelli.
Questa vicenda ha scosso profondamente la comunità locale, che si è unita per sostenere le vittime e condannare fermamente gli atti di violenza perpetrati all’interno di una famiglia. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi delicati e promuovere la cultura del rispetto e dell’uguaglianza all’interno delle famiglie.