Il 4 ottobre del 2002 è una data che rimarrà impressa nella storia della lotta contro il tabacco. In quel giorno, una giuria di Los Angeles emise una sentenza storica contro la Philip Morris, condannandola a pagare un risarcimento record di 28 miliardi di dollari a una donna di 64 anni affetta da cancro ai polmoni.

La donna, residente a Newport Beach, in California, aveva iniziato a fumare a soli 17 anni e dopo decenni di dipendenza si era ammalata di una grave malattia causata dal fumo. Nonostante le rassicurazioni della Philip Morris, che negava il legame tra fumo e cancro, la giuria ritenne che l’azienda fosse responsabile per il danno subito dalla donna.

Questa sentenza segnò un precedente importante nella lotta contro le compagnie del tabacco, dimostrando che era possibile ottenere giustizia per le vittime del fumo. Nonostante la cifra astronomica del risarcimento, il suo obiettivo principale era quello di costringere la Philip Morris a modificare le sue pratiche e ad assumersi la responsabilità per i danni causati dalla vendita di sigarette.

Successivamente, un’altra sentenza condannò la Philip Morris a pagare milioni di euro a una vedova il cui marito era deceduto a causa di un cancro ai polmoni contratto anch’egli a causa del fumo. Questi casi hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi legati al consumo di tabacco e a spingere le autorità a prendere misure più severe per proteggere la salute dei cittadini.

In conclusione, la sentenza del 4 ottobre 2002 rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il tabacco e un monito per le aziende che lucrano sulla salute delle persone. Bisogna continuare a combattere per garantire un futuro più sano e libero dal fumo per tutti.

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