Il maggiore Antonio Rinaldi, comandante della Polizia Municipale di Agropoli e funzionario apicale dell’Area Tributi del Comune di Capaccio Paestum, è stato condannato in primo grado per aver calunniato un imprenditore. Il giudice Viviana Centola ha comminato una pena a 2 anni di reclusione, con la sospensione condizionale, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni alla parte civile. Il pm inquirente aveva chiesto 1 anno e 4 mesi di pena. Si tratta di un processo che risale a circa 8 anni e 6 mesi fa, come spiega l’avvocato Michele Sarno, difensore di Rinaldi.

I fatti contestati riguardano l’imprenditore Alberico Cafasso, difeso dall’avv. Michele Avallone, il quale denunciò di aver ricevuto da Rinaldi una richiesta di danaro dopo un controllo nella sua azienda, per “chiudere un occhio”. Cafasso affermò di aver subito pedinamenti e minacce da agenti della Municipale e della Forestale. Rinaldi fu assolto con formula piena nel processo principale e in tutti gli altri procedimenti dell’epoca, querelando Cafasso per calunnia. Tuttavia, fu controquerelato d’ufficio per lo stesso reato.

L’ex sovrintendente della Forestale, Marta Santoro, coimputata per gli stessi fatti, fu invece assolta per non aver commesso il reato. Cafasso, per abusi edilizi e violazioni di sigilli nella sua azienda, ha ricevuto una condanna a 6 mesi con l’obbligo del ripristino dello stato dei luoghi. Il Comune di Capaccio Paestum ha stanziato circa 20mila euro per la demolizione del capannone abusivo, in danno del proprietario. Rinaldi ha annunciato ricorso in Appello contro la sentenza di condanna, affermando di voler fare luce sulla verità dei fatti.

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