I Carabinieri del gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre persone gravemente indiziate del reato di scambio elettorale politico-mafioso, con l’aggravante dell’avvenuta elezione di due dei partecipi.
Gli indagati, in concorso tra loro, avrebbero partecipato ad uno scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle consultazioni elettorali per le elezioni degli organi di governo cittadino indette nel comune di Poggiomarino il 20 e il 21 settembre 2020.
Il clan Giugliano, attivo sul territorio comunale, tramite un proprio esponente apicale, previo accordo con gli altri indagati, avrebbe esercitato la propria forza di intimidazione ed influenza criminale al fine di condizionare le preferenze di voto, dietro promessa, ad elezioni concluse, di ottenere l’erogazione di denaro proveniente dall’affidamento di appalti pubblici o altre utilità.
Il sindaco Maurizio Falanga e il vicesindaco Luigi Belcuore sono i due esponenti della giunta comunale di Poggiomarino arrestati dai Carabinieri. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di tre persone: destinatari il sindaco Falanga, il vicesindaco Belcuore e un imprenditore.
Il gip ha concesso il beneficio dei domiciliari a tutti e tre gli indagati, sindaco, vicesindaco, e all’uomo che per i pm ha fatto da ‘cerniera’ tra la politica e i clan, Franco Carillo. Per un quarto indagato il gip ha respinto la richiesta di misura cautelare. Le elezioni sotto la lente della procura sono quelle per il rinnovo dell’amministrazione comunale di Poggiomarino del settembre 2020, nelle quali Falanga venne eletto. Per gli inquirenti, il clan Giugliano, attivo sul territorio, tramite un proprio esponente apicale, ha stretto un accordo con gli indagati, ed esercitato la propria forza di intimidazione ed influenza criminale per condizionare il voto, dietro promessa, a elezioni concluse, di ottenere appalti pubblici o altre utilita’.