NAPOLI. L’aria è densa di tensione nei ambienti dei due gruppi che si sono scontrati a colpi di pistole la notte del 24 ottobre in vico Parrettari. Si tratta di almeno 28 giovani, quasi tutti minorenni, che sono spariti dalla circolazione dopo l’evento tragico, molti dei quali armati: 16 del rione Sanità e gli altri del quartiere Mercato.
Alcuni sono parenti dei Sequino, altri dei Vastarella, mentre sul fronte opposto c’è un 15enne che era già stato indagato in passato per una sparatoria, quando non era ancora imputabile, e che aveva partecipato all’aggressione con coltelli di un minorenne del Bangladesh. Tuttavia, i clan organizzati non c’entrano in questa terribile vicenda che ha portato alla morte del 15enne Emanuele Tufano, vittima del contesto e delle amicizie sbagliate.
Gli scontri tra giovani di diverse zone, a volte senza motivo, sono alla base di tutto. Le indagini della sezione “Omicidi” della Squadra mobile della questura di Napoli procedono speditamente e stanno portando a buoni risultati. Dopo aver chiarito la dinamica dell’attacco della Sanità e della difesa armata del Mercato, gli investigatori stanno analizzando le immagini delle telecamere dell’intero centro di Napoli per identificare tutti i partecipanti allo scontro.
Un lavoro difficile, ma che ha già portato a un primo elenco di nomi: giovani che probabilmente saranno accusati di detenzione di armi e spari in luogo pubblico. Le analisi balistiche e l’autopsia sul corpo di Emanuele Tufano permetteranno di stabilire se qualcuno è responsabile dell’omicidio.
Il 15enne fermato ha ammesso di aver sparato, ma solo in risposta al fuoco avversario. È importante sottolineare che il ragazzo non è indagato per omicidio, in quanto il proiettile che ha colpito Emanuele Tufano è stato sparato da un’altra persona. Nel caos generale, nessuno degli amici si è fermato ad aiutare il ragazzo ferito.
La nebbia si è un po’ diradata e gli investigatori, coordinati dalla Dda e dalla procura per i minorenni, stanno procedendo con le indagini. Due ragazzi del gruppo del Rione Sanità si sono presentati al pronto soccorso del Cto, ammettendo di essere coinvolti nella vicenda. Il 15enne e il 17enne sono stati interrogati e rilasciati dopo la mezzanotte.
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