Una figura di riferimento per un intero quartiere, il boss Rosario Piccirillo, conosciuto come ‘o biondo, si trova al centro di un’indagine sul racket delle boe a Mergellina. Accusato di tentata estorsione nei confronti di alcuni ormeggiatori, Piccirillo dovrà difendersi in tribunale insieme al figlio Antonio, anch’egli coinvolto nella vicenda.

Secondo la versione dei fatti fornita dalla famiglia Piccirillo, le boe nelle acque antistanti il consolato americano appartengono alla loro famiglia da anni. Rosario Piccirillo avrebbe investito una grossa somma di denaro per gestirle quando non esistevano ancora licenze e regolamenti specifici. Questo avrebbe spinto il figlio Antonio a chiedere la gestione di alcune boe o assunzioni stagionali alle famiglie che oggi controllano gli ormeggi a Napoli.

L’indagine condotta dai pm Carrano e Magariello ha portato alla luce l’influenza acquisita da Piccirillo anche al di fuori del mondo criminale. Ci sono segnalazioni di contatti con persone esterne al circuito, come un medico che si rivolge al boss per questioni personali. Inoltre, emergono contenziosi legati alla spartizione di beni privati e litigi per compravendite immobiliari che sembrano avere come arbitro proprio Rosario Piccirillo.

La storia delle boe a Mergellina è al centro di una cooperativa formata da diverse famiglie, che gestisce gli ormeggi più ambiti della città. L’intervento di Antonio Piccirillo presso la casa di Rita De Crescenzo per richiedere la gestione delle boe ha portato a minacce e tensioni, con il giovane che avrebbe fatto riferimento alle presunte minacce di morte del padre.

La vicenda delle boe è solo la punta dell’iceberg di un mondo fatto di pressioni, rivalità e interessi opachi che coinvolgono da decenni il quartiere di Mergellina. Un mondo in cui il boss Piccirillo sembra essere una sorta di autorità, capace di impartire sentenze e consigli a chiunque bussi alla sua porta.

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