La storia di Marzia Capezzuti è come quella di un fantasma, un’ombra che si aggira nell’udienza di ieri davanti ai giudici della Corte di assise di Salerno. Il processo a carico dei coniugi Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, accusati della morte della giovane milanese, ha visto la testimonianza di quattro carabinieri in servizio a Pontecagnano Faiano.

Le indagini svolte dagli inquirenti hanno portato alla luce una situazione drammatica. Marzia, il cui corpo senza vita è stato ritrovato in un casolare abbandonato in avanzato stato di decomposizione, avrebbe vissuto a casa Vacchiano-Noschese per tre anni. Maltrattata, costretta a dormire legata in una cantina, picchiata e marcata a fuoco, la giovane avrebbe subito torture indicibili.

Secondo le accuse, Marzia sarebbe stata privata dei soldi della sua pensione e il 7 marzo 2022 sarebbe stata trascinata fuori casa per evitare sospetti. La sua presenza era quasi invisibile, nessuno dei militari ha mai visto la ragazza camminare per le strade di Pontecagnano.

La storia di Marzia è una storia di abusi e violenze, di una giovane donna costretta a vivere nell’ombra, come un fantasma. Il processo in corso cerca di fare luce su questa vicenda terribile, nella speranza di far giustizia per una vita spezzata troppo presto.

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