Il clan Fezza-De Vivo è stato accusato di aver tentato di influenzare le elezioni amministrative nel Comune di Pagani, favorendo alcuni candidati non affiliati all’amministrazione vincente. Dopo le elezioni, il clan avrebbe cercato di stabilire rapporti con la nuova Amministrazione comunale, secondo quanto emerso dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno. Questa mattina, i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore hanno eseguito otto misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, con accuse che vanno dal condizionamento elettorale alla corruzione.
Al centro dell’inchiesta c’è l’ex consigliere comunale e assessore Alfonso Marrazzo, accusato di aver ottenuto appalti per conto del clan Fezza-De Vivo. Marrazzo avrebbe utilizzato la cooperativa PE.DE.MA., di cui era presidente, per infiltrarsi nel tessuto economico e amministrativo dell’ente comunale e ottenere in modo illecito appalti pubblici, tra cui la gestione del cimitero e servizi pubblici urgenti, compresi quelli legati all’emergenza Covid-19.
Questa vicenda ha portato a un danno per le casse comunali di Pagani e a un peggioramento dei servizi pubblici offerti ai cittadini. Gli arresti cautelari riguardano diverse persone legate al clan Fezza-De Vivo, tra cui Alfonso Marrazzo e altri membri dell’organizzazione. Si tratta di un caso grave di corruzione che ha scosso la comunità locale, svelando un sistema corruttivo che ha danneggiato l’interesse pubblico a vantaggio di interessi personali illeciti.

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