L’attacco ai tifosi israeliani ad Amsterdam ha sollevato diverse questioni e incongruenze. La mancanza di preveggenza da parte della polizia olandese è evidente, così come il fatto che i tifosi israeliani dovrebbero essere stati accompagnati e controllati sin dal momento del loro arrivo a Schipol. È inaccettabile che abbiano potuto girovagare liberamente per le strade di Amsterdam, inneggiando alle stragi di Gaza durante un momento di silenzio.
Il Re dei Paesi Bassi si è scusato con il Presidente di Israele e ha promesso di agire con fermezza contro l’antisemitismo. È importante capire cosa accadrà ai responsabili dell’attacco, che potrebbero essere presto rilasciati ma comunque monitorati da agenti israeliani. È fondamentale evitare di equiparare eventi come la Shoah ad altri fenomeni attuali, poiché sono unici e irripetibili.
Nel frattempo, nel Medio Oriente si registrano tensioni e conflitti, con il Qatar che si ritira dalla mediazione sul caso degli ostaggi e Donald Trump che cerca di risolvere le crisi in corso. La telefonata con Mohammed bin Salman potrebbe essere la chiave per risolvere alcune questioni, anche se l’Arabia Saudita sembra disposta a riconoscere Israele in cambio di un gesto a favore della soluzione dei due popoli-due stati.
Trump, per accattivarsi la destra israeliana, promette di riconoscere l’integrazione degli insediamenti in Cisgiordania nello Stato ebraico, ma ciò potrebbe rendere ancora più frammentata la mappa di uno stato palestinese futuro. È importante considerare anche chi guiderà l’Autorità Palestinese una volta che Mahmud Abbas lascerà la presidenza.
Trump sembra avere già in mente il quadro del dopo, con le spese di ricostruzione dell’Ucraina a carico dell’Unione europea e quelle di Gaza a carico delle monarchie del Golfo. Le imprese americane saranno coinvolte nella ricostruzione in tutto il mondo, seguendo il principio dell’America first and everywhere.

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