NAPOLI. La pistola da cui è partito il colpo che ha ucciso Arcangelo Correra è stata trovata vicino alla ruota di una macchina parcheggiata nella zona dei Tribunali? La dinamica della tragedia di sabato scorso è ancora parziale? Gli investigatori confermano di essere ancora al lavoro e che il caso non è chiuso. Si tratta comunque di un incidente e non di un gesto volontario da parte di Renato Caiafa, che aveva in mano l’arma. I minuti precedenti sono ancora oggetto di indagine da parte della polizia.

Renato Caiafa è accusato di porto e detenzione di arma da fuoco e ricettazione, mentre è indagato a piede libero per omicidio colposo. La sua difesa potrebbe puntare a escludere la “titolarità” della pistola nei confronti del ragazzo, poiché è difficile immaginare che qualcuno possa aver lasciato l’arma in bella vista vicino a una macchina. Caiafa è attualmente l’unico indagato nell’inchiesta, mentre il 17enne presente al momento dell’accaduto è solo un testimone.

Il giovane arrestato ha dichiarato di non aver mai visto una pistola prima e di aver pensato che fosse finta. Ha capito che era vera solo quando ha visto il sangue sul corpo di Arcangelo. Intanto è stato deciso di intensificare i controlli notturni nelle aree frequentate dai giovani e di potenziare la videosorveglianza per fronteggiare il fenomeno della violenza giovanile. Sembra che arriveranno altri 300 agenti per garantire la sicurezza nella città di Napoli.

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