Le motivazioni che hanno portato il giudice a ordinare la custodia in carcere per Renato Caiafa sono state ben chiare e dettagliate. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli ha sottolineato che nessuno avrebbe lasciato un’arma carica per strada, considerando il suo valore, senza preoccuparsi che finisse in mano a terzi. Questo è uno dei motivi che ha portato alla decisione di tenere il giovane in custodia cautelare.
Inoltre, il giudice ha respinto la versione fornita da Caiafa, che ha ammesso di aver ucciso accidentalmente il 18enne Arcangelo Correra. Per il gip, la storia raccontata dal giovane non regge, e la sua condotta successiva alla tragedia dimostra che l’arma non è stata trovata per caso.
Il provvedimento del giudice ha sottolineato anche l’importanza di recuperare l’arma, se fosse stata rinvenuta per caso, per capire chi l’avesse fornita ai ragazzi coinvolti nella tragedia. Tutto questo porta a mettere in discussione la versione di Caiafa e a confermare la decisione di tenere il giovane in carcere.
La vicenda continua a tenere banco a Napoli, suscitando dibattiti e polemiche sulla gestione della giustizia e sulla responsabilità dei giovani coinvolti. Resta da capire cosa riserverà il futuro per Renato Caiafa e per gli altri protagonisti di questa tragica vicenda.