Il lungo periodo di pandemia da Covid-19 ha portato a una maggiore comprensione dei sentimenti di molti. La distanza forzata ha creato separazioni, isolando le persone da tutto e da tutti, ma non da chi veramente contava. Anche a 300 km di distanza, Marco e il protagonista della storia sono rimasti vicini. Il sentimento che è nato tra di loro è sincero e profondo, qualcosa di più grande di loro stessi.

Non importa quanto sia stato difficile per il protagonista essere bullizzato al liceo, circondato da stereotipi e vanità. Grazie al supporto dei suoi amici, che lo hanno sempre difeso e supportato, è riuscito a superare quei momenti difficili. Ora, all’università, si sente finalmente libero di essere se stesso, di camminare a testa alta e di guardare negli occhi le persone. Ha trovato una nuova consapevolezza che lo rende più sereno, almeno fuori casa.

Tra le mura domestiche, però, la situazione è diversa. I genitori fanno finta di non vedere, di non capire. È difficile per il protagonista confrontarsi con la realtà di fronte a persone che preferiscono ignorare la verità scomoda. Ma perché dovrebbe essere scomoda? Ognuno ha il diritto di vivere la propria verità e di essere accettato per quello che è.

Il protagonista ricorda con affetto i momenti con i suoi amici, i suoi “angeli”, che lo hanno sempre sostenuto e compreso. Anche se ora è più maturo e consapevole delle incertezze della vita, sa di poter contare sempre su di loro. L’amicizia vera è quella che permette di essere se stessi, di essere accettati senza giudizio e di ricevere consigli sinceri.

In fondo, l’amicizia è proprio questo: poter contare su qualcuno che ti accetta per quello che sei e che è sempre al tuo fianco, senza giudicare ma supportando in ogni momento.

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