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Le autorità stanno cercando di fare luce su quanto accaduto lunedì 18 novembre 2024 in via Patacca a Ercolano, dove un edificio è stato distrutto da un’esplosione causata dallo scoppio di polvere pirica, causando la morte di tre persone.
Secondo le indagini condotte dai carabinieri, è emerso che l’edificio dove lavoravano illegalmente Samuel Tafciu e le gemelle Sara e Aurora Esposito, era intestato a una bambina di 13 anni.
Non è certo la bambina la responsabile della tragedia, ma è stata messa sotto inchiesta la persona che di fatto possedeva l’immobile, insieme alla sua compagna. L’inchiesta del pm Stella Castaldo riguarda le accuse di omicidio plurimo e disastro, e si sta valutando la possibilità di armi o esplosivi e la morte come conseguenza di un altro reato.
L’esplosione, secondo quanto emerso dalle indagini di Pierpaolo Filippelli e Simona Di Monte, sarebbe stata causata dalla qualità della polvere da sparo che il giovane albanese stava maneggiando in quel momento.
Le vittime lavoravano in nero: il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, ha confermato la notizia e ha dichiarato di non essere a conoscenza dell’esistenza della fabbrica: “Mi hanno detto che lì si confezionavano fuochi d’artificio, ma né al Comune né alle altre autorità sono mai pervenute richieste di autorizzazione. Non importa dove vivessero i ragazzi, ciò che mi spezza il cuore è che dei giovani non dovrebbero morire in questo modo. Qui si confezionavano fuochi d’artificio, ma se non sono mai arrivate richieste di autorizzazione, significa che dobbiamo insegnare ai giovani che la strada giusta, anche se la più lunga, è quella della legalità e del rispetto delle regole per evitare che ciò che è successo possa accadere di nuovo”.

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