Un’inchiesta ha svelato un presunto sistema fraudolento legato ai fondi destinati all’integrazione dei migranti a Caserta. Sono state coinvolte diciassette persone, tra cui un ex dipendente comunale, una suora e esponenti di un centro sociale. I reati contestati sono truffa, estorsione e falso, legati all’affidamento di progetti del valore di 6 milioni di euro.
Le indagini sono partite dalla denuncia di un ex operatore ghanese del Centro sociale Ex Canapificio e hanno portato alla luce presunte irregolarità avvenute tra il 2017 e il 2018. Secondo l’accusa, le associazioni coinvolte avrebbero gestito in modo fraudolento i fondi destinati all’integrazione dei migranti, dirottandoli verso finalità diverse da quelle previste.
Il ruolo chiave dell’ex dipendente comunale sarebbe stato quello di agevolare le due associazioni nell’ottenere l’affidamento dei progetti. Le indagini hanno portato all’emissione di avvisi di garanzia nei confronti dei 17 indagati, tra cui anche una suora.
Il procuratore Pierpaolo Bruni e il sostituto Anna Ida Capone della procura di Caserta hanno coordinato l’indagine che ha portato alla luce questa presunta frode ai danni dei migranti. Le autorità competenti stanno continuando a lavorare per fare luce su questa vicenda e assicurare che giustizia venga fatta.