Il processo che vede coinvolto l’imprenditore-denunciante Alfredo Campoli e l’accusato Tiberio Francesco La Torre è entrato nel vivo a Mondragone. La Torre, cugino dell’ex boss psicologo Augusto La Torre, è accusato di estorsione consumata e aggravata dal metodo camorristico ai danni del consigliere regionale Giovanni Zannini e del figlio di Campoli. Campoli, attivo nel settore dello smaltimento rifiuti, ha testimoniato davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dal giudice Giovanni Caparco, mentre La Torre partecipava all’udienza in videocollegamento dal carcere.
Durante l’udienza, Campoli ha raccontato di aver subito minacce e pressioni da parte del clan La Torre, iniziati oltre trent’anni fa. La richiesta di denaro da parte di La Torre si ripeteva regolarmente ogni 20 giorni, con toni sempre più pressanti. L’ultimo episodio si è verificato nell’aprile 2024, quando Campoli ha consegnato tremila euro dei 5.000 richiesti nel cimitero, davanti alla cappella di sua madre. La Torre aveva minacciato di andare direttamente a casa del consigliere Zannini per sparargli, coinvolgendo anche il figlio di Campoli per rafforzare le pressioni.
Campoli, intenzionato ad avviare un percorso di testimone di giustizia, è stato scelto da La Torre per mediare con Zannini, dal quale pretendeva 50mila euro. L’imprenditore ha dichiarato di aver denunciato anche persone insospettabili, ma il suo obiettivo principale era proteggere la sua famiglia e le sue attività economiche. La vicenda giudiziaria in corso è precedente a un’altra inchiesta che vede coinvolto Zannini e Campoli, accusati di corruzione. La lotta alla criminalità organizzata continua a essere una priorità per le autorità giudiziarie, che cercano di assicurare giustizia e legalità nel territorio.