Un giovane automobilista è stato condannato a otto anni di reclusione per omicidio stradale a Napoli. Il ragazzo, sotto l’effetto di alcol e cannabis, ha ucciso la 27enne Rita Granata lo scorso maggio. Durante l’udienza, l’imputato ha dichiarato di non tornare mai più al volante se potesse. Tuttavia, le scuse alla vittima e ai suoi familiari non sono mai arrivate.

Il padre di Rita ha commentato la sentenza, dicendo che è soddisfatto della pena inflitta, ma che resta comunque una forte rabbia per la perdita della figlia in modo così assurdo. Gli amici e i parenti di Rita hanno organizzato un sit-in per chiedere una pena esemplare per il conducente, accusato anche di omissione di soccorso.

Rita è morta dopo tre giorni di agonia, ma i genitori hanno deciso di donare i suoi organi, salvando così la vita a dieci persone in attesa di trapianto. La ragazza era una giovane promessa della politica e del judo, con il sogno di diventare un magistrato interrotto prematuramente.

Questa tragedia ha suscitato indignazione in tutto il paese, poiché Rita era una giovane molto impegnata nel sociale e nel miglioramento del territorio. La sua morte resta un dolore profondo per la sua famiglia e per tutti coloro che l’hanno conosciuta.

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