NAPOLI. La criminalità organizzata ha dimostrato di essere ancora in grado di gestire i propri affari anche da dietro le sbarre, grazie all’uso dei cellulari. È quanto emerge dall’inchiesta sul clan di Pianura, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone, tra cui il capo Emanuele Marsicano e alcuni membri della sua famiglia. Le intercettazioni hanno rivelato come il clan controllasse il territorio e gestisse le attività illecite direttamente dalla cella di Marsicano.

Le donne coinvolte nell’indagine, tra cui la moglie del capo, sono state poste agli arresti domiciliari e sono accusate di ricettazione per aver ricevuto denaro di provenienza illecita. L’indagine condotta dalla polizia e dalla Dda ha documentato le attività del clan, che includevano estorsioni, traffico di droga e tentati omicidi.

Tra gli indagati c’è anche Patrizio Cuffaro, legato al clan nemico e accusato del tentato omicidio di uno dei membri del clan Marsicano. Le intercettazioni hanno evidenziato anche l’alleanza con altri gruppi criminali, come il clan Vigilia di Soccavo.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita all’alba di ieri e ha colpito diversi membri dei clan coinvolti, che dovranno rispondere di associazione mafiosa, detenzione di armi da fuoco, estorsione e traffico di droga. L’inchiesta è stata condotta con il coordinamento della procura antimafia e ha portato alla luce una vasta rete di criminalità organizzata che operava nel territorio di Napoli.

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