Un anno fa a Napoli, Gennaro Giordano si è lanciato nel vuoto dall’appartamento dove abitava. Il padre, Armando Giordano, sostiene che il figlio si sia suicidato a causa del mobbing subito sul lavoro a causa della sua omosessualità. Nonostante sia trascorso del tempo e un’indagine sia ancora in corso, la famiglia non ha ancora ricevuto giustizia e vuole conoscere la verità.
Prima di compiere l’atto estremo, Gennaro ha lasciato delle lettere in cui esprime amore per i suoi cari e accusa coloro che ritiene responsabili della sua sofferenza. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, poiché Gennaro ha indicato chiaramente i presunti responsabili delle pressioni e delle discriminazioni subite.
Le lettere scritte dal giovane mostrano il suo malessere e la fragilità dovuti alle vessazioni legate alla sua omosessualità. Nonostante abbia cercato aiuto attraverso terapie psicologiche e farmaci, Gennaro è caduto in un loop depressivo che lo ha portato alla tragica fine. La famiglia chiede che chi ha contribuito alla sua sofferenza paghi per le proprie azioni.
Inoltre, c’è un altro mistero legato al cellulare aziendale di Gennaro, che è stato trovato azzerato dei dati. La famiglia spera che l’indagine porti alla luce la verità e che giustizia sia fatta per la morte di Gennaro.