La tragedia dell’esplosione avvenuta nel deposito di carburanti Eni a Calenzano, a Firenze, ha purtroppo causato la morte di cinque persone, con tre feriti ancora ricoverati in gravi condizioni. Le ricerche hanno portato al ritrovamento dell’ultimo disperso, confermando così il tragico bilancio dell’incidente.

Le autorità competenti stanno indagando sulle cause dell’esplosione, ipotizzando che sia stata innescata da una delle autobotti presso le pensiline di carico. Il procuratore di Prato ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, valutando anche le ipotesi di lesioni colpose e disastro colposo.

La Regione Toscana ha proclamato una giornata di lutto regionale, mentre il Comune di Calenzano ha dichiarato due giorni di lutto. I sindacati hanno indetto uno sciopero generale provinciale per domani, in segno di protesta per l’ennesima tragedia sul lavoro.

Il sindaco di Calenzano ha sollevato la questione della chiusura del deposito Eni, sottolineando i rischi legati alla sua presenza nel cuore della città. Si chiede una riflessione sulla permanenza dell’impianto, considerando la sua vicinanza a importanti infrastrutture e la necessità di garantire la sicurezza dei cittadini.

In questo momento di dolore e riflessione, è fondamentale fare luce sulle circostanze che hanno portato a questa tragedia e adottare le misure necessarie per evitare che simili eventi possano ripetersi in futuro. La sicurezza sul lavoro e la tutela della vita umana devono essere sempre al primo posto.

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