Benevento. Le conclusioni degli esperti del Pm sulla morte della donna di 46 anni di Ariano Irpino
Dopo un’approfondita analisi di 500 pagine, il medico legale Carmen Sementa, il professor Alessandro Santurro dell’Università di Salerno e il dottor Sebastiano Leone, direttore di Malattie infettive al Moscati di Avellino, hanno concluso che la morte di Gerardina Corsano, la donna di 46 anni di Ariano Irpino deceduta il 31 ottobre 2023, è stata causata con elevata probabilità da un’intossicazione da fosfina.
La fosfina è un gas utilizzato nelle aziende agricole per il controllo dei parassiti, ed è letale anche a basse concentrazioni. Tuttavia, rimane un mistero come Gerardina sia entrata in contatto con questa sostanza.
La vicenda, che ha destato un grande clamore all’epoca, ha avuto inizio una sera di sabato, quando Gerardina e suo marito Angelo, che gestisce l’azienda di famiglia nel settore dei fertilizzanti agricoli, hanno ordinato due pizze. Dopo il primo morso, Angelo ha avvertito uno strano odore e ha chiesto a Gerardina di assaggiare un pezzo.
Il giorno successivo, entrambi hanno partecipato a un battesimo dove Gerardina era madrina. Angelo si è sentito male ed è stato portato in ospedale. Anche Gerardina si è rivolta al pronto soccorso il lunedì successivo ed è stata ricoverata in condizioni gravi, fino al decesso avvenuto il martedì successivo.
Anche Angelo è stato ricoverato e fortunatamente è riuscito a riprendersi. Il locale in cui hanno mangiato le pizze è stato sigillato per un’ipotesi di intossicazione, ma successivamente è stato dissequestrato insieme alle derrate alimentari.
Durante l’autopsia, le parti coinvolte hanno nominato i propri consulenti per analizzare la situazione. Gli esperti hanno ritenuto che i comportamenti dei sanitari che hanno assistito Gerardina sono stati corretti e non censurabili, non riscontrando comportamenti che potessero modificare il corso degli eventi.
La morte di Gerardina Corsano rimane quindi legata all’intossicazione da fosfina, ma il mistero su come sia avvenuto il contatto con questa sostanza letale rimane ancora irrisolto.