Il tribunale di Napoli ha emesso una sentenza di condanna per corruzione nei confronti dell’imprenditore Danilo Iervolino, proprietario della Salernitana e già patron dell’università Pegaso, in seguito al processo abbreviato sulla corruzione di alti dirigenti del Ministero del Lavoro.

Iervolino è stato condannato a quattro anni di reclusione e al divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per 4 anni. Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, è stato condannato a cinque anni di reclusione, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 5 anni. Mario Rosario Miele, collaboratore di Iervolino, è stato condannato a due anni e otto mesi.

Francesco Fimmanò, direttore scientifico dell’università Pegaso, è stato assolto, mentre Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, dipendenti del Ministero del Lavoro, sono state rinviate a giudizio per aver concesso un parere favorevole alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal.

Secondo l’accusa, la corruzione si sarebbe concretizzata quando le due dirigenti del ministero ricoprivano incarichi di responsabilità. Iervolino ha commentato la sentenza dicendosi sbigottito ed incredulo, ma ha dichiarato che si batterà per dimostrare la sua estraneità ai fatti.

Il suo avvocato, Giuseppe Saccone, ha espresso stupore per la decisione del tribunale e si è detto fiducioso che nelle fasi successive del processo le ragioni di Iervolino potranno prevalere.

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