Gli affiliati al clan Amato-Pagano hanno utilizzato in modo costante e sistematico TikTok e Instagram per mostrare la propria ricchezza e il proprio potere. Questo è quanto ha dichiarato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, durante la presentazione dei risultati del blitz anticamorra condotto dalla Dia contro il clan di camorra della zona nord di Napoli.
I membri di vertice del clan ricevevano stipendi mensili fino a 8.000 euro e sfruttavano i social media per mostrarsi come individui di successo e per fare pubblicità a se stessi. Questo rappresenta un elemento nuovo, poiché la camorra è la prima mafia in Italia a utilizzare i social media in questo modo. Nel mondo, erano stati i messicani i primi a farlo.
Le indagini hanno rivelato vere e proprie sfilate con auto di lusso, feste sugli yacht e ostentazione di ricchezza con orologi di pregio. Il clan Amato-Pagano si è inoltre reso colpevole di addestrare minori durante la commissione dei reati, coinvolgendoli nelle estorsioni.
Il pizzo veniva imposto anche ai cantieri che beneficiavano dei bonus edilizi, e non solo per estorsioni, ma anche per reati come ricettazione, riciclaggio e trasferimento fraudolento di denaro. Il controllo del territorio passava anche per le aste giudiziarie per immobili e le autorizzazioni ad occupare abusivamente le case nei rioni popolari.
Inoltre, il clan imponeva il pagamento di pizzo anche per lavori privati, come quello di un imbianchino, e per l’acquisto di gadget a prezzi esorbitanti. Questi sono solo alcuni degli aspetti che emergono dall’operazione condotta contro il clan Amato-Pagano, che dimostra la modernità e l’audacia con cui le mafie operano, anche attraverso l’utilizzo dei social media.