Il clan Amato-Pagano è stato al centro di un’importante operazione di polizia che ha portato all’arresto di 53 persone. Tra gli indagati c’è chi coinvolgeva persino i propri familiari, come nel caso di un uomo che scherzosamente diceva alla figlia di accompagnarla durante un’estorsione. Questo episodio, seppur grottesco, mostra la gravità delle attività illecite condotte da un clan che si è modernizzato utilizzando anche i social media per vantare la propria ricchezza.
L’indagine condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli ha svelato un’organizzazione criminale che controllava diversi settori, dal traffico di droga al racket delle aste giudiziarie. Anche un semplice imbianchino è stato vittima del loro ricatto, dimostrando la necessità di controllare il territorio a tutti i costi.
Dopo gli arresti dei capi storici, il clan si è riorganizzato sotto la guida delle sorelle Debora Amato e Monica Amato, continuando le attività illecite con l’aiuto di affiliati liberi. La loro università del crimine organizzato insegnava come estorcere denaro, instillando paura e violenza.
Episodi come quello del padre che coinvolge la figlia minorenne nelle estorsioni mostrano la disperazione e la crudeltà di chi non esita a coinvolgere anche i propri cari in attività illegali. Il giudice ha disposto la custodia in carcere per molti degli indagati, tra cui i membri del direttorio del clan.
Questa operazione ha messo in luce la pericolosità di un clan che, pur cambiando nel tempo, continua a seminare terrore e violenza nel territorio. È importante che le forze dell’ordine continuino a combattere la criminalità organizzata per garantire la sicurezza di tutti i cittadini.