Il fenomeno delle mafie in Italia è un problema grave che coinvolge l’economia del Paese in maniera significativa. Secondo un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia, il giro d’affari delle mafie italiane si aggira intorno ai 40 miliardi di euro l’anno, posizionandosi al quarto posto a livello nazionale dopo le grandi aziende come Eni, Enel e GSE.
Questo dato, però, potrebbe essere sottostimato poiché non tiene conto dei proventi derivanti dall’infiltrazione delle organizzazioni criminali nell’economia legale. Secondo l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, ci sono circa 150mila imprese che potrebbero essere controllate o collegate alle mafie in vario modo.
Le attività criminali in cui le mafie sono coinvolte sono molteplici, tra cui il narcotraffico, il traffico d’armi, lo smaltimento illegale dei rifiuti, gli appalti pubblici, le scommesse clandestine, il gioco d’azzardo, l’usura, il contrabbando di sigarette e la prostituzione. Le estorsioni sono tra le attività più remunerative, con le vittime che sono principalmente imprenditori.
Negli ultimi anni, le denunce per estorsione sono aumentate notevolmente, con un aumento del 66,2% rispetto al decennio precedente. Le aree più a rischio sono le grandi città come Napoli, Roma e Milano, dove si concentra circa il 34% delle imprese a rischio in tutto il Paese.
È importante combattere questo fenomeno diffuso e radicato nel tessuto economico e sociale del Paese, per garantire un futuro più sicuro e prospero per tutti i cittadini.