Nell’appartamento di via Poma a Roma si è verificata una scoperta inaspettata che potrebbe cambiare il corso delle indagini sull’omicidio di Simonetta Cesaroni avvenuto nel lontano 1990. Sono stati ritrovati documenti riservati dei servizi segreti, il cui accesso era limitato agli investigatori e ai pubblici ministeri. Questa rivelazione ha portato la magistrata Giulia Arcieri a respingere la richiesta di archiviazione presentata dalla procura capitolina.
La giudice Arcieri ha chiesto ai pubblici ministeri di fare chiarezza sul coinvolgimento degli agenti segreti e sulle precedenti indagini condotte, compresi eventi significativi come il furto avvenuto nel caveau della cittadella giudiziaria nel 1999. Saranno convocati diversi personaggi chiave per ulteriori interrogatori, tra cui l’ex questore di Roma Carmine Belfiore e l’ex agente segreto Sergio Costa, che ha smentito di essere la persona citata dalla giudice e ha dichiarato di essere vittima di un errore di omonimia.
Un altro elemento centrale delle indagini riguarda l’avvocato Francesco Caracciolo di Sarno, presidente degli Ostelli, la cui incolumità non era mai stata messa in discussione. Nel 1992, Caracciolo è stato menzionato in un documento della Digos firmato da Belfiore, in cui veniva esaminato il suo alibi e riportate indiscrezioni su presunti comportamenti inappropriati nei confronti di giovani ragazze.
Questa nuova svolta nelle indagini potrebbe finalmente portare alla verità sull’omicidio di Simonetta Cesaroni e mettere a nudo una serie di retroscena finora sconosciuti. La magistratura sarà chiamata a fare luce su questa intricata vicenda che ha tenuto banco per tanti anni.