La vicenda legata all’indagine “Dolce Vita” continua a tenere banco e a svelare dettagli sempre più inquietanti. Secondo quanto emerso dalle motivazioni depositate dai giudici del Tribunale del Riesame di Napoli, la regia delle condotte criminose sarebbe da attribuire principalmente a Gianluca Festa. Le accuse vanno dal peculato al depistaggio, dalla turbativa d’asta alla corruzione.

I giudici hanno respinto la richiesta di revoca della misura dei domiciliari presentata dai legali dell’ex sindaco Luigi Petrillo e Concetta Mari, confermando così la necessità di mantenere Festa ai domiciliari per evitare l’inquinamento probatorio. Secondo gli inquirenti, Festa avrebbe avuto un ruolo preminente in tutte le vicende oggetto di indagine, compreso il concorso pubblico per funzionario tecnico indetto dal comune di Avellino.

Le indagini hanno portato alla luce un sistema di favoritismi e illeciti legati alle gare d’appalto e ai concorsi pubblici, con la presenza costante degli stessi funzionari nelle commissioni e compensi eccedenti rispetto alle normative. Le intercettazioni ambientali e i servizi di controllo hanno confermato le dichiarazioni di una funzionaria comunale che ha evidenziato le anomalie presenti nell’amministrazione.

In particolare, le conversazioni registrate tra Festa e Smiraglia hanno rivelato l’intenzione di manipolare i risultati del concorso, con la consegna di materiale per la prova orale a candidati favoriti. Le dimissioni di Festa da sindaco non sono state considerate sufficienti per eliminare il rischio di recidiva e inquinamento probatorio, dato il comportamento allarmante dimostrato durante le indagini.

La vicenda continua a tenere banco e a suscitare sconcerto per l’entità delle condotte illecite messe in atto. Resta ora da attendere gli sviluppi delle indagini e le decisioni della magistratura per fare luce su questa intricata vicenda.

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