L’incendio che ha colpito il capannone della Meres nell’ottobre del 2023 ha portato alla luce gravi mancanze in termini di sicurezza sul luogo di lavoro. Le indagini condotte dai vigili del fuoco hanno rivelato che le modifiche apportate alla struttura del capannone hanno compromesso la reazione al fuoco dei materiali, causando la propagazione delle fiamme. Le responsabilità ricadono sull’amministratore delegato della Meres, il direttore dello stabilimento, il responsabile dei servizi di prevenzione e protezione e il direttore dei lavori, tutti indagati per negligenza e violazione delle normative di sicurezza.

L’incendio ha generato preoccupazione per le ricadute sull’ambiente e per la propagazione delle fiamme anche all’esterno dello stabilimento. Le indagini hanno evidenziato che la copertura del tetto del capannone non era dotata dei dispositivi di protezione antincendio necessari, che avrebbero potuto limitare i danni. Inoltre, l’avvio dell’attività industriale è avvenuto senza le dovute autorizzazioni e controlli di sicurezza.

Il sequestro del capannone è stato disposto per preservare le prove dell’incendio e delle mancanze riscontrate. L’azienda, specializzata nella produzione di poliuretani espansi flessibili, ha subito ingenti danni materiali. Le operazioni di spegnimento sono state complesse a causa dei danni strutturali subiti dal capannone.

In conclusione, l’incendio alla Meres ha messo in luce gravi carenze in materia di sicurezza sul lavoro, che hanno avuto conseguenze rilevanti sia sul piano economico che ambientale. Sono necessari interventi urgenti per garantire la sicurezza dei lavoratori e la protezione degli stabilimenti industriali.

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