L’autopsia sul corpo di Gerardo Chintemi, il 96enne di Vibonati, è stata completata poco dopo le 15 presso l’ospedale civile di Agropoli. Questo esame autoptico è stato richiesto dalla Procura di Latina nel corso delle indagini che coinvolgono Mario Eutizia, il badante di 48 anni del napoletano, accusato di quattro omicidi, come confessato dallo stesso Eutizia lo scorso mese di agosto.
La storia ha visto coinvolto anche Gerardo Chintemi, l’ultimo anziano assistito da Eutizia e deceduto il 4 marzo a Vibonati in circostanze ancora da chiarire. Secondo le indagini, il 96enne sarebbe diventato l’ultima vittima del badante, che avrebbe causato la sua morte somministrando farmaci in quantità eccessive, anche quattro volte superiori a quanto prescritto. Per questo motivo, la Procura di Latina ha ordinato la riesumazione del corpo e l’autopsia.
Durante l’autopsia sono stati eseguiti diversi prelievi sugli organi di Chintemi, tra cui la rimozione del pacemaker, al fine di determinare le reali cause del decesso. La famiglia di Chintemi, difesa dall’avvocato Franco Maldonato, ha espresso la volontà di fare piena luce su questa vicenda. L’avvocato ha dichiarato che hanno richiesto al consulente medico-legale di verificare lo stato dell’esofago e della trachea del defunto.
Inoltre, l’avvocato Maldonato ha fornito ulteriori dettagli sulla situazione, sostenendo che Eutizia utilizzava un aspiratore tracheale per liberare il paziente dai mucchi, dichiarandosi esperto in tale pratica. La famiglia ha notato che negli ultimi giorni di vita di Chintemi, Eutizia aumentava al massimo l’erogazione di ossigeno e smetteva di somministrare i farmaci per il cuore e il diabete, sostenendo che il paziente non poteva deglutire.
Infine, l’avvocato ha raccontato che la sera prima della morte, il defunto era inerme, non si muoveva più e si lamentava di forti dolori ovunque. Nei giorni precedenti, Chintemi aveva invece pranzato e cenato normalmente. Tutti questi elementi saranno fondamentali per far luce su quanto accaduto negli ultimi mesi di vita di Gerardo Chintemi.