Nuovi dettagli emergono riguardo al pestaggio avvenuto nel rione Paterno di Eboli, ma non sono certo rasserenanti. Si è scoperto che si è verificato un errore di persona: il pusher aggredito non era quello “giusto”. La spedizione punitiva è stata organizzata da un gruppo di buttafuori e spacciatori della zona di Capaccio Paestum, come riportato dalla Città.
Pochi giorni prima dell’aggressione, una ragazza di Eboli è stata importunata da alcuni clienti del pusher in questione, che si trovavano davanti al negozio del rione Paterno. Le avances volgari hanno offeso la ragazza, che ha deciso di parlarne con il padre, un negoziante di Eboli, e poi con il marito, residente a Capaccio.
Il marito ha deciso di agire e ha fatto diverse telefonate e inviato decine di messaggi su WhatsApp ai propri amici e agli amici degli amici. In poche ore, ha organizzato una spedizione punitiva contro il pusher, anche se si è trattato di un errore di persona.
Questo episodio dimostra ancora una volta come la giustizia fai-da-te non sia mai la soluzione migliore. Invece di rivolgersi alle autorità competenti, il marito ha deciso di agire in modo violento e ha causato danni a un innocente, dimostrando una totale mancanza di rispetto per la legge e per la vita umana. È importante che situazioni come queste vengano gestite in modo adeguato dalle autorità competenti, per evitare che si verifichino ulteriori episodi di violenza.