L’esercito israeliano ha condotto un attacco mirato alle strutture di produzione di missili della repubblica islamica dell’Iran. L’attacco, durato più di tre ore e composto da tre diverse ondate, ha colpito basi militari, sistemi di difesa aerea, impianti di produzione missilistica e lanciatori di missili terra-terra nei distretti di Teheran e Khuzestan e Ilam nella parte occidentale del Paese. Secondo i media israeliani, sono stati colpiti 20 obiettivi diversi durante l’azione.

Le forze di difesa aerea iraniane hanno confermato che l’attacco ha causato danni limitati, ma hanno smentito le dichiarazioni israeliane riguardo al fallimento della loro difesa. In risposta, il primo vicepresidente iraniano Mohammad Reza Aref ha dichiarato che il potere dell’Iran umilierà i nemici della madrepatria e che l’Iran è pronto a rispondere ai nuovi attacchi israeliani in modo appropriato.

L’Arabia Saudita ha condannato l’attacco all’Iran, definendolo una violazione della sovranità e delle leggi internazionali. Gli Stati Uniti hanno esortato l’Iran a cessare gli attacchi contro Israele per interrompere il ciclo di violenza, mentre l’esercito israeliano ha avvertito che l’Iran pagherà un prezzo elevato se dovesse iniziare un nuovo ciclo di escalation.

Infine, l’autorità aeroportuale iraniana ha annunciato la ripresa dei voli nello spazio aereo del Paese dopo l’attacco israeliano. Netanyahu ha condotto un incontro di revisione con i funzionari militari e di sicurezza, mentre la vicepresidente Kamala Harris è stata informata dell’attacco. Gli Stati Uniti hanno sottolineato che non partecipano ai raid israeliani contro l’Iran e che gli attacchi sono un’operazione di autodifesa.

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