La piccola Assunta, di soli 10 anni, è stata colpita da un proiettile vagante durante una serata in famiglia a Sant’Anastasia. La bambina è stata subito soccorsa da un passante e portata al Santobono, dove è stata sottoposta a due interventi chirurgici alla testa e messa in coma farmacologico. Fortunatamente, il proiettile si è conficcato in un piccolo anfratto dell’osso sfenoide del cranio e non ha incontrato strutture vitali, evitando danni irreparabili. La piccola leonessa sta migliorando costantemente e presto sarà risvegliata gradualmente per poi essere liberata dal respiratore.
Il personale medico del Santobono ha subito pensato alla vicenda della piccola Noemi, che nel maggio del 2019 è arrivata al Santobono con un proiettile che le aveva attraversato un polmone sfiorando per miracolo il midollo spinale e il cuore. Due bambine colpite da innocenti e vive per miracolo, figlie dello stesso degrado civile che esplode con inaudita violenza nel quotidiano di famiglie e di bambini innocenti.
Il direttore generale del Santobono, Rodolfo Cotenna, spiega che la prima operazione è stata necessaria per estrarre il proiettile e la seconda per drenare l’edema cerebrale conseguente al trauma cranico subìto. Per evitare danni, è stato posizionato un tubicino di drenaggio tra interno ed esterno del cranio che ha consentito alla piccola di migliorare costantemente.
Il primario del pronto soccorso del Santobono, Vincenzo Tipo, sottolinea la differenza tra la vicenda di Noemi e quella di Assunta: quattro anni fa ci fu un’eco mediatica della vicenda di Noemi che portò qui schiere di giornalisti, di cittadini desiderosi di partecipare e mandare un segno di solidarietà. Questa volta l’episodio, altrettanto grave, non ha suscitato lo stesso clamore. Bisogna rimarcare con forza che queste due storie sono figlie dello stesso degrado civile che colpisce famiglie e bambini innocenti.
La piccola Assunta è pronta ora per tornare piano piano alla sua vita, all’affetto della famiglia, ai suoi giochi e attività quotidiane. È importante non dimenticare la violenza che ha colpito la bambina e continuare a scavare alle radici di questo degrado civile per evitare che si ripeta.