Blitz dei carabinieri a Cicciano per un’inchiesta di corruzione che coinvolge alcuni degli amministratori del comune. L’accusa è quella di aver intascato mazzette per favorire gli interessi di un imprenditore locale, proprietario di un’area agricola poi trasformata in zona industriale. Gli amministratori si sarebbero fatti pagare per far pressione sul capo dell’ufficio tecnico affinché emettesse una proposta di delibera riguardante il piano urbanistico attuativo in zona D1 dell’area Pip e poi per farla approvare da tutti i componenti della giunta. L’azione sarebbe stata il frutto di un accordo corruttivo e non della comparazione di tutti gli interessi sottesi all’esercizio della propria funzione di amministratori.
L’inchiesta, condotta dalla Procura della Repubblica di Nola, è iniziata ad aprile, poche settimane prima delle elezioni del 14 e 15 maggio scorso. Ieri mattina i carabinieri hanno effettuato perquisizioni in case, uffici ed auto, sequestrando telefonini e pc, documenti e dossier dagli uffici del municipio. Non solo ai vertici della precedente amministrazione comunale ora all’opposizione, ma anche al corruttore, e vale a dire l’imprenditore che avrebbe tratto beneficio dalla decisione della giunta. Le perquisizioni e i sequestri hanno interessato anche il padre di un ex assessore ed alcuni professionisti.
Per chiudere il cerchio degli elementi già in mano agli investigatori si cercano adesso conferme nei devices in possesso degli indagati a cominciare dalle chat di whatsapp o di altre piattaforme di messaggistica come Telegram. Ma si passano ai raggi x anche appunti, documenti ed altre carte che i carabinieri hanno portato via per impedirne l’eventuale distruzione. Quanto già emerso dall’attività di intelligence condotta porterebbe, infatti, a ritenere che tra i soggetti coinvolti possa esserci stato uno scambio di messaggi e documenti che proverebbe l’esistenza di una bozza della delibera di giunta mostrata prima del tempo all’imprenditore interessato.