La decisione della Cassazione riguardo alla condanna dell’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, nel caso legato alla tragica strage di Rigopiano del 18 gennaio 2017, ha finalmente messo la parola fine su questa vicenda. Con una pena di 1 anno e 8 mesi per rifiuto di atti di ufficio e falso, Provolo dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni. Tuttavia, per sei dirigenti della Regione Abruzzo e l’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, la battaglia legale non è ancora terminata: la Cassazione ha ordinato un nuovo processo di appello, che si terrà davanti ai giudici della corte d’Appello di Perugia.
Anche cinque dirigenti della Provincia e un tecnico del comune all’epoca dei fatti dovranno affrontare un nuovo processo di secondo grado, ma potrebbero beneficiare della prescrizione delle accuse. L’unica conferma è stata la condanna dell’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso. Durante l’udienza in Cassazione, molti parenti delle vittime della tragedia erano presenti, tra cui la famiglia del giovane salernitano Stefano Feniello, originario di Valva, che ha perso la vita in quella terribile giornata.
Questa decisione della Cassazione rappresenta un passo avanti nella ricerca di giustizia per le vittime della strage di Rigopiano e delle loro famiglie. Resta da vedere come si evolveranno i nuovi processi di appello e se finalmente verrà fatta luce su tutte le responsabilità legate a quella terribile tragedia.